NATURE: è online la guida ai nuovi mestieri urbani per città inclusive e sostenibili

Immaginatevi un salto in avanti di venticinque anni. Quante persone ospiteranno le città, e i più grandi agglomerati urbani? Cambierà la posizione delle nostre comunità nei confronti degli ecosistemi locali? Quanti e quali compromessi saranno aggiunti, per trovare un nuovo equilibrio con i territori? Recenti studi affermano che le città rappresentano l’80% del PIL mondiale e che entro il 2050 ospiteranno il 75% della popolazione: le città, quindi, hanno un ruolo di primo piano nel plasmare un futuro sostenibile per le generazioni a venire.

Compiere questo salto, quindi, significa investire immaginativamente sulle risorse delle città del futuro. Ed è ciò che stanno già facendo oggi le realtà mappate nella guida realizzata all’interno del progetto NATURE – New Active Trades For A Urban Resilient Europe, finanziato dal programma Erasmus+ Education and Training. Cinque Paesi coinvolti nella ricerca e nel progetto (Svezia, Francia, Italia, Irlanda e Danimarca) in un partenariato tra enti di ricerca e realtà impegnate nella cooperazione cross-settoriale: Halage, Stiftelsen Hogskolan I Jonkoping, Le LABA, Lai-momo Societa’ Cooperativa Sociale, Bia Innovator Campus CLG e European E-learning Institute. Ognuno dei partner ha svolto la ricerca nel proprio Paese e i risultati sono stati raccolti nella “Guida delle buone pratiche”.

La guida offre una mappatura di tutte quelle realtà già esistenti e che hanno deciso di investire sul futuro, mettendo in campo azioni e progetti volti a riportare la natura al centro dello sviluppo delle città, a reintegrare gli ecosistemi locali, a promuovere nuovi modelli per ristabilire l’equilibrio tra città e natura dando priorità all’economia biocircolare, contribuendo alla salvaguardia della biodiversità globale.

Alle ventuno realtà/casi studio mappati nella guida sono state poste domande specifiche che fanno emergere i loro aspetti innovativi, l’impatto sui territori, e, soprattutto, il fatto che tali esperienze virtuose danno vita a nuovi mestieri urbani.

I casi raccolti sono suddivisi in capitoli in base al focus delle loro attività. Nel primo sono passate in rassegna iniziative legate all’ agricoltura urbana e che evidenziano le energie trasformative sprigionate dall’incontro con l’educazione e la cittadinanza. Ne è un esempio l’esperienza italiana di Orti Generali, che nasce dalla riqualificazione di un’area a sud di Torino, convertita in parco di orti urbani e centro educativo in cui possono confluire diverse esperienze formative: dai tirocini curriculari ai percorsi di riabilitazione sociale. Ne è un esempio con un raggio internazionale Lemon tree trust, un’organizzazione non-profit basata in Regno Unito che promuove l’innovazione ecologica e l’agricoltura urbana in campi rifugiati dell’Iraq, dell’Uganda e della Giordania.

Il secondo capitolo illustra le realtà a forte impatto sociale che coniugano in tanti modi arte, attivismo e innovazione. Lo fa originalmente Bioteket nel cuore giovane e multiculturale di Copenaghen dal 2016, dandosi alla collettività sotto molte forme: officina, laboratorio e spazio per la coltivazione di funghi, serra che ospita la crescita di piante, musica, arte, eventi sociale e idee sostenibili. Anche due esperienze della provincia bolognese figurano per questo focus: Eta Beta, realtà storica di Bologna che investe sulle periferie urbane, sulla rigenerazione attraverso il lavoro artigianale e sulle fragilità come primo passo per la costruzione di percorsi di inserimento socioprofessionale. Figura anche Cartiera, progetto della Cooperativa sociale Abantu nato da una visione, quella di rigenerare un polo industriale e ribaltare le sorti di un territorio in abbandono, partendo proprio dall’arte della pelletteria. Mettendo a frutto creativamente una lunga esperienza nel settore non-profit e un bagaglio di soft skills Cartiera incarna un modello di business che dialoga con l’“alto”, attraverso l’utilizzo e il recupero di pellame scartato dall’alta moda, e con il “basso”, ovvero con i segmenti della società più vulnerabili da un punto di vista economico, legale e linguistico.

Sintesi tra le istanze del non-profit e la strategia for-profit è proprio il focus della terza sezione, che illustra realtà capaci di portare nei propri territori un vantaggio in termini di investimento ma anche in termini di bene pubblico; è ciò che fa Bybi honey, team di apicoltura urbana impegnato nella tutela delle api, nato a Oslo nel 2012 con un focus sulla difesa della biodiversità e con il doppio obiettivo di portarne i benefici nelle aree urbane e di formare individui fornendogli le competenze per fare dell’apicoltura un’attività commerciale.

Il quarto espone casi studio con una prospettiva sulla sostenibilità olistica, che favorisce una rigenerazione trasversale: ambientale, economica, sociale; è il caso del Rediscovery Centre Ballymun, il Centro Nazionale per l’Economia Circolare in Irlanda, che a Dublino svolge un’attività di supporto alla ricerca e all’educazione per l’economia circolare e la sostenibilità con un approccio multidisciplinare.

Il quinto, infine, chiude la raccolta casi studio con le esperienze rilevanti per la creazione di nuovi mestieri urbani. Ne è esempio Lil’Ô in Francia, un centro di attività ecologiche e civiche di 3,6 ettari, nel cuore del sito Natura 2000 dell’Île-Saint-Denis, composta dalla parte orientale del parco provinciale e dall’estremità occidentale di un’area in via di rinaturalizzazione spontanea.

Questi nuovi mestieri saranno al centro delle prossime attività del progetto: verranno infatti identificati alcuni profili chiave di “urbanardeners”, imprenditori creativi, educatori, cittadini, uomini d’affari, politici che stanno creando nuovi stili di vita per portare nuova vitalità nelle nostre città.

La conversione sistemica è in atto, gli esempi elencati in questa guida ne sono una parte rappresentativa. Ma non sono gli unici attori di cambiamento. La lettura di questa guida è un invito ad ampliare lo sguardo, a incentivare il dialogo cross-settoriale, e a mettere al centro la creatività per immaginare futuri dove la valorizzazione della diversità riconosce figure e mestieri nuovi, fondamentali per un’evoluzione urbana in ottica di circolarità.

La guida è disponibile in diverse lingue: inglese, francese, italiano, svedese e danese.

La potete consultare e scaricare gratuitamente sul sito del progetto a questo link: https://natureproject.info/guide-to-good-practice-it/