Le città in prima linea nel garantire una risposta al Covid-19 che includa le persone migranti: il 13° Global Forum su Migrazione e Sviluppo

Abbiamo partecipato, nell’ambito del nostro partenariato con il Comune di Lampedusa e Linosa, al Global Forum on Migration and Development, l’annuale evento internazionale presieduto quest’anno dagli Emirati Arabi Uniti. A causa della pandemia, l’evento è stato realizzato interamente online, riunendo virtualmente più di 2000 partecipanti per discutere temi complessi come la mancata protezione dei migranti, le migrazioni economiche, i percorsi irregolari. Hanno partecipato più di 840 rappresentanti di governi nazionali di 116 Stati, oltre a più di 90 amministratori locali e regionali, 25 di loro come relatori.

Tra i vari meeting, indirizzati anche al coinvolgimento della Società civile e del Settore privato, abbiamo seguito l’evento organizzato dal Mayors Mechanism (un’organizzazione che dal 2018 cerca di coinvolgere in maniera propositiva le città e le autorità locali nel Global Forum, diretta da UCLG, OIM e Mayors Migration Council, intitolato “Enabling Local Solutions for Inclusive Covid-19 Response and Recovery”, il 22 gennaio. L’idea alla base di questo incontro era creare uno spazio per il dialogo tra governi locali, regionali e nazionali per scambiarsi esperienze sulle politiche migratorie, le sfide e le soluzioni innovative, in particolare nel contesto dell’attuale pandemia.

È stato sottolineato che l’applicazione del Global Compact on Migration, firmato a Marrakech in dicembre 2018, prevede di riconoscere il ruolo delle città nelle politiche sull’immigrazione, la mobilità e quindi, nella situazione attuale, in una risposta al Corona Virus che non escluda le persone migranti. I/le rappresentanti delle diverse città presenti hanno raccontato gli sforzi che stanno mettendo in campo per affrontare il Covid19, la crisi economica, e quali lezioni stanno imparando sul campo. A parte il fatto che le città dipendono dalla fondamentale presenza dei lavoratori migranti, si è consapevoli che la pandemia non può che peggiorare se si lasciano indietro delle persone, mentre se nel disegnare le politiche migratorie non si includono i governi locali, che nel concreto affrontano i problemi e trovano soluzioni, si può cadere in politiche che non riflettono la realtà.

Oltre ai responsabili per le Migrazioni dei governi del Canada, Marocco, Ecuador, sono intervenuti sindaci e sindache e rappresentanti delle città di Barranquilla in Colombia (dove ora i migranti venezuelani sono il 9% della popolazione, e si fanno politiche per l’assistenza ai migranti nell’accesso al lavoro, all’educazione e all’assistenza legale), Sala in Svezia, Sfax e Sousse in Tunisia, Tandil in Argentina, Tulcán in Ecuador.

Nel suo intervento Totò Martello, Sindaco di Lampedusa, ha affermato che i flussi migratori non possono essere fermati, vanno gestiti ed organizzati. Rivolgendosi da quella platea internazionale al Governo Italiano e all’Unione Europea impegnata nella stesura del nuovo Patto su migranti e diritto d’asilo, Martello ha ribadito la necessità di “ripartire dai principi contenuti nel Global Compact for Migration, il documento delle Nazioni Unite per una migrazione ordinata, regolare e sicura”. Martello ha poi ribadito “la necessità di sostenere i territori di confine impegnati in prima linea sul fronte dell’accoglienza”, tema fondamentale del progetto Snapshots from the Borders [http://www.snapshotsfromtheborders.eu/] a cui anche coop. Lai-momo partecipa.
Il resoconto dell’incontro con i video dei vari interventi è pubblicato qui https://enb.iisd.org/gfmd/2020/

Nelle foto:

Sophie van Haasen, GFMD Mayors Mechanism, e Bettina Etter, Senior Advisor per le Migrazioni Globali dell’Agenzia Federale Svizzera della Cooperazione allo Sviluppo

Emilia Saiz, Secretaria Generale di United Cities and Local Governments; Salvatore Martello, Sindaco di Lampedusa e Linosa e Ahmed Skim, Responsabili per le Migrazioni del Ministero degli Esteri del Marocco