Emergenza Covid19 – Punto Migranti c’è!

Sportelli di orientamento per migranti in Provincia di Bologna: con il Covid19 funzionano online.

Anche se c’è l’obbligo al distanziamento sociale per l’emergenza Covid19, gli sportelli Punto Migranti nei comuni del distretto Pianura Est di Bologna non sono chiusi. Questo servizio, pensato per agevolare l’integrazione sociale dei cittadini di origine migrante, è attivo nei 15 Comuni della Pianura Est una volta la settimana, o due, per i Comuni più popolosi. Si tratta di una presenza ormai ventennale: questi sportelli sono stati inaugurati nel 2001 ed hanno visto consolidarsi ed aumentare il numero dei colloqui, fino ad arrivare, nel 2019, a più di 7000. Inizialmente avevano un taglio al femminile, si chiamavano infatti “Donne al Centro”, miravano a coinvolgere le donne migranti, cercando prima di tutto di ascoltarle e di farle sentire parte fondamentale del tessuto sociale. Per questo lo staff del gestore del servizio, Coop. Lai-momo assieme a Coop. Abantu, era, ed è ancor oggi, composto esclusivamente da operatrici donne. Interessante è notare che il ruolo di Punto Migranti non si esaurisce con l’incontro in sportello per affrontare problemi relativi in primis alla normativa sull’immigrazione o alla richiesta di cittadinanza italiana, ma prevede anche l’attività di consulenza e di mediazione linguistico-culturale per gli operatori dei Comuni, siano essi dei servizi demografici, sociali, tecnici o della polizia municipale. Vi è poi anche una collaborazione con i servizi sociali per i minori dell’Azienda Usl e con le scuole del territorio. Si cerca così di offrire un approccio olistico all’immigrazione, tenendo conto pure dei contatti con l’associazionismo locale, prime fra tutte le Caritas parrocchiali e le associazioni culturali islamiche, ma anche i Centri Sociali anziani e tante altre realtà del territorio legate alla promozione dei diritti umani. Un aspetto da sottolineare è che gli utenti di Punto Migranti nel 2019 sono per il 70% stranieri: vi è quidi un 30% di italiani autoctoni che si avvicinano al servizio per chiedere informazioni per il partner o per l’assistente famigliare di un parente, ma anche per un collega di lavoro o per il proprio inquilino straniero. Insomma, l’attività non è da pensare solo strettamente pertinente ai migranti, ma riguarda ormai tutta la società, che ne trae indistintamente beneficio.

Da mercoledì 11 marzo 2020 gli sportelli Punto Migranti sono attivi in remoto, per rispettare le norme previste dalla legge per l’emergenza Covid19. Ogni Comune si è impegnato per dare ampia diffusione ai riferimenti telefonici e di posta elettronica delle operatrici; alle porte dei Comuni e sui siti web chiunque ha potuto trovare agevolmente i nostri recapiti.

Come operatrici, inizialmente, temevamo che gli utenti sarebbero rimasti spaesati, invece è stato bello vedere che il tam tam fra la comunità migrante si è dimostrato ancora una volta un potentissimo mezzo di comunicazione. Per cui, ogni giorno, riceviamo mediamente una ventina di messaggi fra chiamate ed e-mail. Lavoriamo da casa, accendiamo il telefono di servizio dalle 9 alle 18, dal lunedì al venerdì ed il sabato fino alle 13.30. Usiamo spesso Whatsapp per fare videochiamate, in modo da aiutarci anche con il linguaggio non verbale per chi fatica a comunicare in italiano. Nella maggior parte dei casi le persone ci chiamano per quesiti sull’attività della Questura e della Prefettura. Abbiamo ripetuto infinite volte che entrambe sono chiuse, abbiamo cercato di placare le ansie di chi ha il permesso di soggiorno in scadenza, informando che è stato stabilito a livello nazionale, con la legge di conversione del Decreto Cura Italia, il prolungamento di tutti i permessi fino al 31 agosto 2020. Alcune persone si rasserenano dopo un primo colloquio, altre sentono il bisogno di contattarci spesso, poiché temono di perdersi eventuali nuove disposizioni. Stessa cosa per chi ha in corso la pratica di richiesta della cittadinanza italiana: tutti i colloqui per la presentazione dei documenti in originale sono stati sospesi fino a data da destinarsi, perciò molti utenti si sono sentiti disorientati per non sapere come e quando sarebbero stati riconvocati. Abbiamo invitato a temporeggiare, con parole di conforto: “restiamo in contatto, noi ci siamo, non ti preoccupare, chiamami la prossima settimana così ti dico se abbiamo novità”.

Un’altra attività in cui ci siamo concentrate è l’aiuto alla presentazione della domanda dei buoni spesa Covid19. I Comuni ne hanno dato diffusione tramite il web, dove era possibile trovare un modulo da riempire e poi rispedire tramite la posta elettronica. Per alcuni nostri utenti, magari con scarse conoscenze nell’italiano scritto o privi di alfabetizzazione digitale, la presentazione della domanda in autonomia sarebbe stata un ostacolo insormontabile. Perciò il nostro servizio è diventato il ponte per avvicinare l’amministrazione pubblica e il mondo migrante, rendendo possibile la fruizione di questi contributi economici. L’invio della domanda è stato solo il primo step di cui ci siamo occupate, poiché, una volta svolta l’istruttoria, i servizi sociali rimandavano, a chi ne aveva diritto, i buoni spesa via posta elettronica certificata. Molti si sono rivolti di nuovo a noi per poter capire come scaricarli e dove utilizzarli, poiché non tutti i negozi di alimentari del territorio si erano resi disponibili ad accettarli.

Inoltre, l’Ufficio di Piano distrettuale ci ha chiesto di contattare le donne che sapevamo essere più sole, in modo da poter prevenire e monitorare eventuali casi di violenza domestica, che potevano aumentare in ragione del confinamento in casa. Così, da un “Come stai? Tutto bene?” abbiamo tenuto per mano un po’ delle nostre utenti dando ascolto alla loro paura, noia, tristezza, ma anche speranza e desiderio di miglioramento. Spesso ci siamo sentite chiedere: “quando finisce il coronavirus?”… che risposta dare, se non riportare le persone a una dimensione di pazienza e di cammino a piccolissimi passi, ogni giorno, senza più avere progetti nel lungo periodo, definiti, come prima?

Ci siamo rese conto che il nostro ruolo di accompagnare le persone spazia ormai su tutta la Terra, Jean – residente a Castenaso – ci manda messaggi dal Ghana, dove è andato per le ferie ed è rimasto bloccato con il figlio per via del Covid. Aveva già la prenotazione del biglietto aereo per l’Italia per i primi di marzo, ma, per la pandemia, tutti i voli sono stati annullati e il suo permesso di soggiorno, nel frattempo, è scaduto. Non sa come fare per capire come rientrare visto che l’ambasciata italiana accetta solo contatti via mail. Ma lui la mail non la sa scrivere, perciò ha bisogno del nostro aiuto. Malsha – residente a Castel Maggiore – è andata a trovare la mamma che ha avuto un infarto, in Sri Lanka, prima del Covid ed è rimasta bloccata là, vorrebbe ripartire per l’Italia, dove ha lasciato le sue due figlie ed il marito, dice che l’ambasciata italiana sta facendo una lista ufficiale per iscriversi al primo volo disponibile, ma lei non riesce a contattarla. Ecco che ci impegniamo per questo caso. Serhii – residente a Minerbio – è andato a sposarsi a Kiev a metà febbraio, doveva rientrare a metà marzo ma tutto è stato bloccato per via del lockdown. Ci manda mail per avere informazioni per il fratello sull’ultimo provvedimento del Governo per l’emersione di rapporti di lavoro.

Insomma, grazie alla collaborazione dei Comuni ed anche tutti i nostri utenti che continuano a dimostrare interesse e stima nei nostri confronti, anche in tempi di Covid19, Punto Migranti c’è!

Angela Bortolotti, operatrice Punto Migranti