Il rapporto e il Forum consultivo di EASO 2019

Quante sono le domande d’asilo in Europa? Nel Report recentemente messo a disposizione dall’agenzia Agenzia Europea di Supporto all’Asilo (EASO) si presenta il punto della situazione, rilevando che le richieste sono state nel 2019 714.200, con un aumento del 13% rispetto al 2018. Ma ci sono anche 540.559 richieste “pendenti”, il 20% in più rispetto a un anno fa. L’EASO ha il compito di monitorare le richieste di protezione internazionale nell’Unione e dare supporto agli Stati per migliorare le procedure, e riunisce periodicamente la società civile in un Forum consultivo, l’ultimo dei quali si è tenuto il 12 novembre 2019 a Bruxelles.

Nell’ultimo Consultative Forum Plenary Meeting, al quale coop. Lai-momo ha partecipato con un suo rappresentante, si è discusso proprio del diritto d’asilo e della procedura di richiesta di protezione internazionale. In tale occasione EASO ha interrogato le organizzazioni non governative e i rappresentanti delle istituzioni locali ed europee, concentrandosi sulle fasi iniziali della procedura di richiesta d’asilo. Nello specifico, sono state esaminate le procedure di registrazione delle domande di asilo, ovvero quella fase cruciale e fondamentale in cui avviene la registrazione, da parte dell’ente o l’autorità preposta, dei primi dati inerenti i richiedenti protezione internazionale.
La mattinata del convegno è stata dedicata all’intervento di varie figure provenienti dalla stessa agenzia EASO e da rappresentati delle istituzioni che negli Stati membri dell’UE si occupano della gestione delle fasi di registrazione delle domande di asilo. La sessione è stata aperta dalla direttrice esecutiva di EASO, Nina Gregori, la quale ha fornito alcuni numeri inerenti lo stato dell’arte del sistema asilo a livello dell’Unione europea. Nello specifico, è stato evidenziato che l’ammontare delle domande d’asilo pendenti all’epoca del convegno erano pari a 515.825. Un numero importante, soprattutto se affiancato al numero di domande di asilo registrate nel 2019, ovvero 654.566 al mese di novembre. Solo nell’ultimo mese era stato registrato un aumento di domande di asilo del 12% rispetto al novembre del 2018.

Una delle strade individuate da EASO per ridurre i tempi di attesa per la definizione delle procedure è dunque proprio quello di intervenire nelle procedure di registrazione delle domande di asilo.
Ne hanno discusso rappresentanti del Federal Office for Migration and Refugees  tedesco, di EASO e del Dutch Council for Refugees. Si è evidenziato come una corretta registrazione delle informazioni fornite dai richiedenti asilo da parte delle autorità preposte alla procedura influisce sull’intero iter della procedura, soprattutto sui tempi della definizione della domanda. Si è quindi messa in risalto l’importanza degli strumenti a disposizione di chi effettua la registrazione, volti non solo al corretto ed efficiente inserimento dei dati, ma anche, in particolar modo, all’identificazione delle specificità della persona che presenta la domanda di asilo. Si sono successivamente approfondite varie tipologie di “strumenti di indagine”, come ad esempio strumenti atti all’identificazione della provenienza dei e delle richiedenti asilo sulla base dell’identità linguistica/dialettale. Si è inoltre sottolineata l’importanza dell’utilizzo di guide pratiche per le autorità di frontiera (soprattutto dei confini esterni dell’Unione Europea), le istituzioni che più di tutte incontrano chi richiede protezione internazionale nella prima fase della procedura ed effettuano la registrazione degli “applicanti”.
Nella seconda sessione, attraverso gli interventi dei rappresentati del Ministero della Giustizia e della Sicurezza olandese, dell’UNHCR e dell’ECRE, è stato affrontato il concetto di “triaging”, ovvero la canalizzazione delle richieste di asilo in differenti tipologie procedurali di esame delle domande. Si è rilevato che un’esaustiva raccolta di informazioni durante la registrazione delle richieste di asilo facilita un loro corretto inserimento nelle diverse procedure di esame, e, in generale, una più rapida definizione delle procedure. Il rappresentante del Ministero della Giustizia e della Sicurezza Olandese ha spiegato ad esempio come i Paesi Bassi prevedano 5 tipologie di procedura di esame. In una di esse, destinata ai richiedenti che provengono dai così detti “paesi sicuri”, si prevede l’esame della domanda in 8 giorni lavorativi, al termine dei quali può occorrere l’espulsione dal Paese della persona. Un esempio questo di come la raccolta di informazioni, in questo caso del Paese di origine, nella fase di registrazione delle richieste asilo conduce e facilita la diversificazione delle procedure.

La rappresentante dell’UNHCR ha sottolineato come l’esigenza di definire in tempi più brevi gli esami delle domande di asilo non può portare a una diminuzione delle garanzie procedurali, ed ha auspicato un approccio all’insegna del concetto di fair and fast. Ad esempio, è stato evidenziato come l’inserimento delle diverse richieste di asilo in specifiche categorie e procedure di esame non può portare a eludere l’individualità dell’esame delle domande di asilo, e l’approfondimento delle singole necessità ed eventuali vulnerabilità dei e delle richiedenti.

Nella sessione pomeridiana i partecipanti al convegno si sono divisi in workshop volti all’approfondire diversi aspetti delle procedure di registrazione delle richieste di asilo. Durante questi lavori di gruppo e nella restituzione finale dei lavori del pomeriggio sono state emerse da parte dei partecipanti diverse criticità in merito al far coincidere l’esigenza di accorciare i tempi di attesa per le definizioni delle domande di asilo e quella di mantenere gli standard delle garanzie e tutele durante le procedure. Si è ad esempio sottolineato come alcune vulnerabilità, soprattutto legale alla salute mentale, sono difficilmente individuabili durante la procedura di registrazione delle domande di asilo, o possono emergere dopo periodi anche lunghi di permanenza presso lo Stato in cui ha luogo l’accoglienza. Inoltre, il far rientrare in determinate categorie i richiedenti asilo a partire dalla fase di registrazione delle domande, con lo scopo di diversificare le procedure, rischia di eludere le specificità e individualità delle motivazioni sottostanti le singole richieste di protezione internazionale.

Pietro Faoro, Area legale coop. Lai-momo